La Casa Rurale

CASA ... CAPANNA ... STALLA ... E COLOMBAIA DEI "CONTADINI CHIANAIOLI"

Breve premessa storico ambientale
La Fratticciola, laboriosa frazione del territorio Cortonese, dall'alto della sua collina, ha certamente vissuto in modo diretto le grandi trasformazioni che hanno coinvolto il territorio e le popolazioni della Val di Chiana.
Di questa trasformazione, l'elemento più significativo è stato certamente la casa.
Il luogo dove l'uomo ha trovato più facilmente e più spesso rifugio e all'interno del quale ha vissuto le esperienze più profonde di una vita spesso disagiata e dura ma anche piena di attaccamento e di identificazione con la propria terra.
Dalla prosperità e dallo sviluppo agricolo - commerciale e artistico del periodo Romano ed Etrusco si è passati alla situazione di disagio e di abbandono quando intorno al sec. XI le acque cominciarono a ristagnare e la Valdichiana si trasformò piano piano in un grande lago paludoso costringendo i suoi abitanti a cambiare radicalmente vita. Si hanno notizie di bonifica nei secoli XIV e XV fino a che un principe illuminato il Granduca di Lorena, nel 1700, iniziò una opera seria e decisiva di bonifica che ha portato allo stato attuale,
Sarebbe utile qui, accennare anche alla riforma della piccola e grande proprietà, a quella dei patti colonici e dei rapporti tra realtà molto diverse come "grandi fattorie, padroni e contadini", realtà che hanno segnato anche l'evoluzione delle abitazioni rurali, ma questo ci porterebbe lontano e potrebbe essere l'oggetto di prossime ricerche.

Capanna ... Torre ... Casa colonica

Sorvolando sulla realtà della "capanna":
costruzione precaria che finisce per identificarsi con l'annesso agricolo, sulla "Torre" di origine agricola o difensiva, ma certamente luogo di abitazione, e sulle "Case in terra battuta", alcune sopravvissute ma rimaste ai margini della ristrutturazione, ci soffermeremo sulle caratteristiche di quelle che, anche se conservate in modo molto precario, ancor oggi sono identificate come case coloniche della grande Bonifica e quelle successive fino alla prima metà del '900.
Il principio che ha ispirato tutto è stato: Una struttura chiusa, in un podere chiuso, presuppone un rapporto definitivo tra residenza, manodopera e produ­zione!
Il blocco quadrangolare con o senza torre colombaria ha dominato la costruzione delle case rurali per tutto l'Ottocento. Ma la struttura delle grandi case delle fattorie si è rilevata eccessivamente rigida a distanza di poche generazioni tanto da non reggere alle successive, rapide trasformazioni rurali.
Regole da rispettare nel costruire le case dei contadini
La prima regola è che questa sia comoda alle faccende del podere, abbia un'aria salubre per la salute dei coloni, sia esposta a tramontana e non riceva cattive esalazioni dai venti passanti per le paludi causa di stanchezza e malore per gli abitanti.
Bisogna che l'acqua sia comoda e abbondante e si procura con pozzi o cisterne di raccolta. Naturalmente, molto importante è la stabilità dell'edificio partendo dalle fondamenta che dovranno essere "il doppio di quelle in elevazione" e fatte con calcina e ghiaia di fiume.
La muratura è eseguita di solito con mattoni masselli o pietre intersecati per rendere il tutto più stabile. Lo spessore dei muri non dovrà essere "minore della misura di un braccio fiorentino" in modo da essere difeso dal caldo e dal freddo e tenere sana la casa.
Se le pareti esterne non riuscissero bene conviene intonacarle, così ci guadagne­ranno in estetica, in salute e durata.
Altri fattori importanti sono i tetti e i palchi, infatti se il tetto è fatto male in poco tempo ne risentirà tutto il fabbricato, e per questo sarà fondamentale anche la scelta del legname per travature per le quali sono preferibili: il castagno, il cipresso o il pioppo.Da tenere presente anche la giusta pendenza e la copertura, di solito realizzata con coppi ed embrici piani.
Varie parti componenti la casa rurale

LE SCALE:
esse devono essere fuori dal fabbricato e costruite in modo da avere sempre ottima illuminazione. La loro esposizione non deve essere a nord perché con l'acqua o la neve si ghiaccerebbero subito causando cadute alle persone che le usano. L'alzata dei gradini deve essere comoda e possibilmente la scala non sia fatta con una sola rampa che in caso di caduta sarebbe pericolosa, ma almeno con due. I gradini, se non c'è ottima pietra, si costruiranno in mattoni messi per taglio, con una piccola pendenza per facilitare lo scolo dell'acqua piovana.

IL FORNO:
va fabbricato possibilmente al piano terra, lontano da capanne e fienili, e il percorso dalla abitazione dovrà essere tutto coperto per un facile accesso in ogni stagione. Di solito, sia il piano interno del forno che la sua facciata si costruiscono in un solo blocco di argilla e con lo stesso materiale sono fatti i mattoni della volta del forno, murati con calce e stereo vaccino. Sopra la volta va messo uno strato di argilla mescolata con stereo e sopra uno spessore di cenere mescolata con morchia di olio. Con questo procedimento il forno terrà a lungo il caldo e sarà durevole nel tempo.

LE STALLE:
devono essere proporzionate alla quantità del bestiame, avere una buona ventilazione, esposte a levante e, importante, una copertura a volta in moda che le esalazioni umide e calde non ricadano sul bestiame.
Sempre sulle stalle è necessario che il pavimento abbia una piccola pendenza verso un canaletto centrale per dare modo alle urine di defluire nella concimaia esterna dove matureranno fino a che verranno utilizzate come ottimo fertilizzante.
Le stalle dei porci: a differenza delle precedenti, devono essere esposte a nord perché non temono il freddo e sono divise in scompartimenti per separare le femmine dai maschi nel periodo dell'allattamento. L'altezza di solito è molto ridotta.
Per la TINAIA, dove vengono trattate le uve (possibilmente al centro del fabbricato) va tenuto presente che devono contenere tini in base al raccolto annuo, ma avere spazio anche per annate più abbondanti. Gli ingressi siano ampi per permettere il passaggio di animali da soma nel trasporto dei supporti per attaccare gli strumenti della vendemmia.
I tini vengono costruiti con materiale di argilla cotto e verniciati con composti speciali, in genere posti alti da terra per vedere eventuali perdite.
Accanto è la TINAIA per maturare e invecchiare il vino e anche questa deve essere esposta a nord e lastricata con al centro un pozzetto a tenuta e coperto con un chiusino forato per raccogliere eventuali vini fuoriusciti.
Al primo piano troviamo la CUCINA, in genere molto spaziosa, così come il caminetto; il pavimento è in mattoni con un acquaio piuttosto grande e le finestre piccole rivolte a sud.
Dalla cucina, di solito una stanza di transito, si accede alle camere da letto distribuite con criteri ben precisi: una per ogni coppia, una per i vecchi o i giovanotti, una per donne vecchie e ragazze, una per ragazzi e infine una per il capofamiglia (il capoccia) in modo da poter controllare tutto.

Il GRANAIO:
va posto a tramontana per evitare il riscaldamento dei cereali e in un luogo asciutto.
L'ultima parte è anche la più alta: la COLOMBAIA.
Deve essere fatta nel luogo più alto e costruita sopra i muri portanti della casa. Protetta dalla tramontana perché i colombi amano stare al sole, è importante che sia intonacata e che abbia i muri esterni levigati per impedirne l'accesso agli animali nocivi.
Da quanto descritto si intuisce come le esigenze primarie tenute presenti, siano collegabili al fatto che dal "podere" dipendeva quasi tutta la vita del contadino. Detto questo, però, si sbaglierebbe chi volesse negare che la casa colonica, oltre che funzionale, abbia avuto pregi estetici non indifferenti; e come non rimanere incantati davanti a certe strutture rurali restaurate e riportate al primitivo splendore?

Tanganelli D. Giovanni.