Perchè la festa

Perché una festa sulla civiltà contadina?

Quando ero bambina ... aspettavo con ansia il giorno in cui... si sentiva il rumore assordante della trebbiatrice che si avvicinava e l'aia si animava, si riempiva di persone, di rumori e di odori.Quando ero bambina ... nelle serate della scartocciatura io e i miei amici sedevamo sopra il mucchio di granoturco, con i nostri genitori tutti intorno ed è ancora viva la sensazione delle pannocchie sotto il sedere, delle foglie ruvide e dei "ciuffi" che facevano il solletico.
Quando ero bambina ... andavo al campo con i miei con il carro e mi aggrappavo forte per contrastare gli sbalzi e le vacche sbuffavano e con la coda si cacciavano le mosche...... lo appartengo a quella generazione che, per ultima, ha conosciuto quella realtà legata alla "civiltà contadina". Durante la prima adolescenza, quando ormai c'erano i trattori, le strade asfaltate e soldi a sufficienza, mi sono vergognata, a volte, delle mie radici. Solo più tardi sono stata in grado di apprezzare i valori che mi aveva comunicato e il senso di sicurezza che mi aveva dato ed è stato allora che io e i miei coetanei abbiamo sentito l'esigenza di contrastare la mentalità dilagante, fatta di perbenismo, di arricchimento fine a se stesso, dell'apparire e non dell'essere, riscoprendo i valori che avevano permeato la vita dei nostri nonni, come quello dell'accoglienza, della disponibilità, del rispetto degli anziani...della creatività...
Senza nostalgie per una vita terribilmente faticosa e condizionata da credenze e da mezzi tanto limitati, ma con la consapevolezza che comunque rappresentava il nostro ricco passato abbiamo cominciato il nostro lavoro di "ricerca" indicendo la prima edizione della "Mostra del Carro Agricolo": era il 1976 e con l'importante stimolo di Don Italo Castellani, allora parroco di Fratticciola, tutta la frazione faceva festa rivisitando il proprio passato. Le prime mostre erano soprattutto un'esposizione di attrezzi (allora se ne trovavano in abbondanza) divisi con il criterio dell'uso; eravamo importanti noi e non lo spettacolo che riuscivamo ad offrire.
Prima della festa facevamo numerose e caotiche riunioni; ognuno doveva apportare il proprio contributo, ognuno doveva tirar fuori dei ricordi, delle idee... e con una certezza: non doveva essere una sagra.
Non c'è mai stato un comitato promotore ed essendo una piccola frazione tutte le energie, tutte le capacità, perfino tutti gli spazi, dovevano essere utilizzati.
Con gli anni abbiamo sentito la necessità di far evolvere la nostra festa e pur mantenendo certe costanti come l'esposizione dei carri e degli attrezzi (sempre meno numerosi e più difficili da reperire), la spremitura dell'uva, la tessitura, la mostra del corredo, la vendita di ciacce, ... abbiamo deciso di introdurre un tema portante, sempre diverso.
Un anno abbiamo sviluppato il tema degli abiti distinti per celo dal 1850 al 1950 e abbiamo vestito alcuni giovani con abiti aristocratici e borghesi per offrire un immediato raffronto con quelli contadini.
Altri temi sviluppati sono stati:
- La civiltà contadina fra sacro e scaramantico
- La civiltà contadina e la politica
- Un secolo da contadino 1900, 1930, 1960, 2000
Ogni anno il martedì si svolge un dibattito; nel corso degli anni sono stati affrontati
numerosi argomenti, dai pesticidi nell'agricoltura, all'agriturismo, ai finanziamenti CEE
all'agricoltura...; il tema delle ultime "MOSTRE" però si è ripetuto per più anni, perché c'è venuta una "fissa": crediamo che la Valdichiana abbia diritto ad un "Museo" della Civiltà Contadina e finalmente abbiamo qualche risposta concreta: il Comune di Cortona, con l'importante collaborazione dell'Ingegner OSCAR ZUCCHINI, ha redatto il progetto del museo - comunità, ha messo in bilancio la richiesta di un mutuo da destinare a questa finalità e siamo in procinto di stipulare una convenzione.
Durante la settimana che precede la domenica- della festa abbiamo poi sempre "puntato" sul teatro popolare e sul gioco della briscola.
Il giorno di festa si conclude, tutti gli anni, con il pagliaio che brucia e il ballo.
Questa è la nostra Mostra del Carro Agricolo, con un tema diverso ogni anno ma sempre con il solito obiettivo: di non perdere quel mondo legato alla. Civiltà Contadina.
I nostri figli non devono correre il rischio di avere solo una buona cultura, tante "cose" a loro disposizione ma di sentirsi delle "frasche" al vento; devono avere la consapevolezza di avere delle radici profonde e ben radicate; devono avere l'orgoglio di farle conoscere, e l'umiltà nel confrontarsi e nell'accettare ciò che di buono c'è nelle altre realtà.. .

Marisa Casti