Storia del ballo

Il ballo nei primi 20 anni del 900

All’inizio del XX secolo permangono, i cosiddetti “balli staccati”:
· la furlana
· il trescone
· la monferrina
· il saltarello
· la quadriglia

A questi balli “tradizionali” vanno aggiungendosi i “balli attaccati”

· il valzer
· il tango
· la mazzurca
· la polka
· il foxtrot

Nel giro di pochi anni, questi balli “nuovi” entreranno prepotentemente nella cultura e nella storia della danza nazionale.
In questo periodo, pertanto, dalle danze in cui il cavaliere tocca solo la mano della donna, si passa a balli con l’abbraccio nella parte superiore del corpo.
Manuali, trattati, opuscoli, articoli di giornale, in questo periodo, si rincorrono in un coro a più voci per sottolineare la pericolosità del ballo “attaccato”, soprattutto dal punto di vista morale

“La danza è fonte di immoralità, provoca “ebbrezza”, voluttà, istinto sessuale, torbide passioni: emozioni e sentimenti che inevitabilmente portano al vizio e al peccato.”
(P. Cardini, Balli Nuovissimi, Milano, Ravagnati editore, 1922)

1920-’30: Il Charleston

Il Charleston, è l’emblema della musica allegra,
ritmo eccitante, lustrini e paillettes;
uniti ad un po’ di fatica nell’eseguirlo, è utilissimo per scaricare la tensione.
Il Charleston raggiunse la sua massima popolarità intorno al 1925/26, periodo molto particolare della storia americana, come nel resto del mondo. La popolazione, viveva con frenesia e dissolutezza questo momento, quasi presagio del catastrofico crac economico del ’29, dedicandosi al consumismo più sfrenato e alla più pazza ricerca del piacere e del divertimento.
In questo clima di generale euforia, non poteva mancare un ballo che rispecchiasse quello stato d’animo.

Anni 1950-’60: Balli che spezzano la centralità della coppia

All’inizio degli anni ’50 nascono le balere: una sala da ballo che normalmente apre il sabato sera e la domenica pomeriggio allo scopo di far incontrare giovani e adulti.
Ben presto le balere si diffondono a macchia d’olio in tutta Italia; possono essere piccoli capannoni costruiti ex novo, ma più spesso sono sale ricavate in edifici dove ha sede la Camera del Lavoro, il Circolo Cooperativo o la Casa del Popolo.
Normalmente, nelle balere, abbiamo il “modulo” dei tre balli ripetuti a rotazione:
· Il lento
· Un ballo figurato, tipo valzer o polka
· Un terzo più movimentato come il bogie - woogie, il rock’n’roll e il Twist

I balli che però si vanno affermando sono proprio quei balli dove i corpi si staccano, privilegiando un movimento collettivo che sostituisce quello relegato all’interno della coppia: bogie - woogie, il rock’n’roll e il Twist
La pista da ballo è circondata da sedie riservate ai familiari che sorvegliano, per tutta la serata, movimenti e balli in pista.
L’invito alle danze è fatto dagli uomini che devono rispettare i “limiti della decenza” evitando di abbracciare troppo le ragazze” e di “abbandonarsi a lascivi toccamenti”

Anni 1960-’70: Balli staccati e balli di gruppo

Per il ballo vengono utilizzati spazzi molto ampi illuminati da luci psichedeliche e da arredi originali, quali sfere a cristalli che pendono dal soffitto e pareti a specchio.
Le sale da ballo incarnano quella voglia di libertà e di rifiuto degli schemi che comincia ad affermarsi in ogni settore della società.
Il ballo più in voga in questo periodo è lo Shake:
Ballo di gruppo che da una parte serve come “esercizio di liberazione di energia” dall’altro sviluppa una fantasia di movimenti che non richiede più regole fisse per passi e figure.
Le sale da ballo diventano delle vere e proprie discoteche: luogo di ritrovo ma non necessariamente di aggregazione.