La Mazurca
Nella Mazurka, la dama aveva il privilegio di scegliere il cavaliere e, conseguentemente, il dovere di affidarsi ed abbandonarsi a lui. Dalla sua capacità di farsi guidare e gestire, dipendeva l’armonia del ballo, oltre che dalla fantasia, dall’abilità e dalla determinazione del cavaliere. Era, però, la dama che faceva spettacolo: attirava l’attenzione con i suoi abiti, i suoi movimenti, la sua grazia e, se si era fortunati, anche con la sua bellezza.
Mazurka è un termine quasi sicuramente, derivante dal polacco anche perché, le ipotesi della nascita del nome, riconducono tutte alla Polonia: Mazur o Mazurek, villaggio vicino a Varsavia, Mazur, i contadini polacchi.
È, inoltre, difficile fissare con precisione una data di nascita: gli studiosi, la collocano attorno agli inizi del 1500. Per circa due secoli, visse nella semiclandestinità, ballata solo dai ceti social medio-bassi fino a che, nel 1700, entrò nelle abitudini del popolo che la ballava in contrapposizione alla polca, considerata la danza degli aristocratici.
Nonostante le umili origini, la Mazurca si diffuse ben presto in Ungheria, Russia, Francia, Inghilterra e Germania grazie, soprattutto, alla opere di grandi compositori, tra cui Chopin che, fra 1820 ed il 1849, produsse 59 Mazurke, in onore alla Polonia e alle tradizioni, ai canti popolari, della sua gente.
In Italia, la Mazurka si diffuse soprattutto al Nord, intorno alla seconda metà del 1800 diventando nei primi del ‘900, il ballo di tutte le feste.
L’orchestra Casadei, grazie ad una paziente opera di rielaborazione dei brani classici, iniziata nel 1925, ha il merito di averla portata in giro per tutte le piazze italiane, facendo innamorare giovani e vecchi, di questo ballo anch’esso, come molti altri, simbolo di gioia e spensieratezza.